«[...] Tuttavia non va dimenticata la dimensione storica delle isole. Ciò che consiglio è di fare una vacanza della conoscenza, per ricostruire la memoria storica dell’arcipelago, protagonista, nei secoli scorsi, di rilevanti avvenimenti storici. Queste isole sono così ricche di storia, di cultura e di leggende che vale la pena conoscerle per poterne godere a piene mani.»
Lucio Dalla in un'intervista sul web del maggio 2002.
Il cantautore possedeva anche una villa sull'isola di San Domino ed era conosciuto da tutti gli abitanti.
Il cantautore possedeva anche una villa sull'isola di San Domino ed era conosciuto da tutti gli abitanti.
«[...] Infrattanto suona la campana della ritirata, ed allora tutti o colle proprie o coll'altrui gambe ritornano alle loro abitazioni - si fa la visita serale, i secondini co' loro capi si recano a numerarli - al posto, si grida, e ciascuno vi si trova, poco importa se sopra o sotto il letto, se ritto o disteso per terra; a lume di lanterna se ne constata la presenza, poi si chiudono a catenaccio le porte, ed a suon di campana s'impone il silenzio. Questo non dura a lungo - si comincia qualche discussione, s'anima subito - qualche frizzo, qualche parola insultante vien subito; immediatamente si spengono i lumi,si disfanno i letti, e con quanto capita a mano cavalletti, tavole, panche s'ingaggiala mischia [...] »
Vito Susca, Isole Tremiti. Ricordi, Bari: Tipografia Cannone, 1876, pp 23-24.
Il medico militare Vito Susca descrive la vita dei "coatti" napoletani condannati al confino sulle isole. Molti di questi condannati diventarono coloni stabili: tuttora gli abitanti parlano un dialetto più vicino a un napoletano ormai passato che a quelli garganici.
«Giordano aveva il compito di organizzare la mensa e di andare a San Nicola a fare la spesa. Dall'inizio del suo confino c'era stato diverse volte sull'altra isola. [...] Mentre salì sulla barca con Armando, detto la scarpara, uno degli ultimi arrivi, e altre due guardie, rilesse tutte le cose che aveva segnato sulla lista: candele, lacci per scarpe, filo da cucire, patate e altro. [...] Raggiunta san Nicola, Giordano e la scarpara risalirono la strada protetti dai muri della fortezza.»
Paolo Pedote, L'Isola dei Papaveri, San Lazzaro di Savena (Bologna): Area51 Publishing, 2013.
Pedote nel suo romanzo immagina la vita di cittadini condannati al confino sulle isole per la loro omosessualità. Come afferma l'autore nella sua introduzione storica, i sopravvissuti paradossalmente riuscirono finalmente in questo luogo a vivere liberamente la loro identità.
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